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Una Riforma Penale contro le donne, passi indietro nella lotta alla violenza di genere

COMUNICATO STAMPA

Una Riforma Penale contro le donne, passi indietro nella lotta alla violenza di genere

«Noi non torniamo indietro.

Tutte le conquiste raggiunte e le battaglie fatte rischiano di andare in fumo».

Inizia così il post sui profili ufficiali social del Telefono Rosa. L’Associazione fa sentire la propria voce e si schiera contro le misure che vogliono essere apportate dalla Ministra di giustizia, Marta Cartabia, all’interno della Riforma Penale. Si prevede infatti l’esclusione della punibilità per particolare “tenuità del fatto” e questo significa archiviare il reato tenue, ovvero quei reati con pene fino ai 5 anni e reati con pena nel minimo fino a 2 anni. Tra questi rientrano: IL REVENGE PORN, LO STALKING e la COSTRIZIONE AL MATRIMONIO. 

Il Telefono Rosa e tutte le volontarie, da oltre trent’anni impegnate nella lotta contro la violenza di genere, ritengono le misure un pericoloso passo indietro che lascia le donne senza alcuna tutela. Quello che sottolinea l’Associazione è il silenzio da parte della ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, che dovrebbe porsi a difesa delle donne e di tutte le conquiste fatte negli anni nella lotta alla violenza. Come Telefono Rosa proviamo una grande vergogna nel leggere che: “il soggetto condannato al termine del giudizio abbreviato, anche se ha commesso un reato grave come la violenza sessuale, se decide di non proporre impugnazione viene premiato con un’ulteriore riduzione della pena pari ad un sesto.”

«Dopo tante battaglie -commenta la presidente del Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli-  siamo profondamente deluse da tale decisione. Nessuno si accorge della pericolosità di quanto si sta facendo. La violenza e i reati di stalking e revenge pron, come sottolineano le statistiche, sono in netto aumento, ma invece di apportare dei miglioramenti ci si muove in una direzione che ci riporta indietro di anni e ancora una volta a sfavore delle donne».

E prosegue: «Dove sono le parlamentari? Perché il loro silenzio su un argomento tanto spinoso quanto pericoloso? Noi non ci stiamo e come donne e associazione pretendiamo risposte immediate e chiarimenti. Ci muoveremo con tutti i mezzi a disposizione per combattere questi vergognosi provvedimenti».