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Ti bruciamo o ti sediamo. Appunti sul Grande Fratello numero 15

 

 

 

“Quelle come te a Roma le bruciano.” E passa un brivido, pensi alla caccia alle streghe ma anche a Sara Di Pietrantonio, uccisa in quel modo orribile, chiudi gli occhi e dici che non può essere vero, non può passare una frase del genere, non in televisione. E poi ancora aggressioni, verbali e non, giochini con il costume e con i gioielli di famiglia, una maglietta con una scritta altamente offensiva rivolta all’opinionista Selvaggia Lucarelli che alla fine è costata l’eliminazione a un concorrente, senza però nessuna parola di scuse alla diretta interessata. Potremmo continuare. L’Italia peggiore, quella del sessismo, della violenza, del bullismo e dell’omofobia, va in onda in prima serata su Canale 5 con il “Grande fratello”, ogni martedì, poi in diretta a partire dalle 10 alle 2 di notte su Mediaset Extra e in altri rivoli di programmi.

L’Italia pettegola e allegrotta la segue, facendo collezionare al programma record di ascolti e di polemiche. Persino la fiction su Aldo Moro, “Il professore”, ha dovuto cedere il passo al programma l’8 maggio, lasciando soddisfatta Barbara D’Urso che ha rilanciato “Abbiamo fatto il botto”. Più di quattro milioni di spettatori seguono le avventure della casa, giunta alla sua quindicesima edizione, e ci sarà un motivo, anche per questo. Curiosità, voyeurismo, voglia di guardare dal buco della serratura o di ridere, sguaiatamente, dei mali altrui?   Contemporaneamente però è cresciuto anche il numero di persone che criticano apertamente la trasmissione sui social e scrivono a Telefono Rosa chiedendo di intervenire per bloccare il programma, considerato altamente diseducativo. I messaggi si rincorrono. La presidente Gabriella Carnieri Moscatelli, dopo aver preso più volte posizione contro il programma, in particolare dopo l’aggressione verbale subita da una concorrente, Aida, ha chiesto l’intervento dell’Agcom e del Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza. “Bullismo e violenza sembrano essere totalmente sdoganati e irrefrenabili al Grande Fratello. Siamo sorprese che la signora D’Urso che ha sempre mostrato sensibilità sul tema della violenza sulle donne permetta tutto questo”, ha rilanciato dalla pagina Facebook dell’associazione.

Sulla scia delle polemiche alcuni sponsor, caso rarissimo nei programmi di grande ascolto televisivo, hanno abbandonato la trasmissione dissociandosene completamente, mentre il Codacons ha presentato a sua volta un esposto all’Agcom chiedendo l’oscuramento del programma, parlando di una “discarica televisiva” e di “personaggi sopra le righe, che sembrano mostrare disagi psicologici le cui debolezze vengono sfruttate ai fini di audience in una sorta di circo degli orrori”. Immediata la replica di Mediaset: “Siamo nel mondo dei reality, è sempre successo in tutti i reality. Non ce ne vergogniamo né ci esaltiamo: questo tipo di programmi sono fatti così e lo sappiamo.”

“Così facendo contribuite, con un prodotto mediatico visto da milioni di persone (molti dei quali giovanissimi), a quella sub cultura di violenza contro cui noi ci battiamo ogni giorno” ha scritto sempre Gabriella Carnieri Moscatelli sulla pagina dell’associazione. Un monito, un campanello d’allarme perché questa sub cultura non sembra abbandonarci mai. Quella frase “Se non puoi sedurla puoi sedarla” pronunciata da un concorrente (e documentata da un video on line postato da Selvaggia Lucarelli) ricorda tristemente lo stupro di Sorrento. Una battuta, si dirà, ma che tristezza.

 

Stella Maggi