Di seguito solo alcune delle tante storie di donne e bambini vittime di violenza familiare che hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa trovando rifugio e sostegno nelle case di accoglienza.
1. La storia di A.
A. è un ragazzo pakistano. Ha soltanto 5 anni quando dell’acido lo sfigura in viso in circostanze non chiare.
Nel 2005 lascia il Pakistan e arriva in Italia accompagnato dalla compagna del padre, che lo assiste come una “vera” mamma.
Telefono Rosa li accoglie presso la Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne , che gestisce per conto del Comune di Roma. Qui segue, passo dopo passo, il loro calvario umano e medico per 6 anni. Offre loro, non soltanto vitto e alloggio gratuiti, ma li assiste durante il doloroso percorso delle molteplici operazioni chirurgiche ricostruttive
subite dal bambino. Sostiene le spese mediche specialistiche nel corso degli anni e li aiuta sul piano psicologico e dell’inserimento sociale. Segue il bambino durante gli studi elementari così come assiste il fratellino più piccolo, nato nel frattempo.
Oggi A. è un adolescente. Siamo sempre in contatto con lui e la sua famiglia. La madre è mediatrice culturale e Telefono Rosa la sostiene nella ricerca di un’occupazione.
2. La storia di T.
T. ha 27 anni, arriva in Italia nel settembre 2007 per cercare un lavoro. Conosce un uomo con cui va presto a convivere e dal quale ha due figli. Lascia il lavoro per occuparsi della famiglia e qui inizia la sua tragedia.
I litigi diventano sempre più frequenti. A questi si aggiungono minacce e i tanti abbandoni e ritorni a casa del compagno, dopo tradimenti con altre donne.
T. subisce continue denigrazioni e atti di violenza fisica sempre più frequenti, anche di fronte ai figli. Vive
sempre in case isolate dove è spesso lasciata sola, con pochi mezzi per provvedere a se stessa e ai suoi figli.
Dopo l’ennesimo episodio di forte violenza fisica, che le causa gravi ferite alla testa, T. inizia a temere per la propria vita e per i propri figli. Si rivolge quindi alle Forze dell’ordine che la indirizzano verso la Casa di Accoglienza della Provincia di Roma gestita da Telefono Rosa. Qui ottiene anche assistenza legale e psicologica per lei e per i suoi figli;
inizia il processo di recupero della propria vita e il percorso di reinserimento sociale.
Impara l’italiano e viene iscritta ad un corso di formazione professionale per aiuto-pasticcera che frequenta con successo. Oggi ha una sua professionalità, ha un lavoro, proprio come aiuto pasticcera, e presto avrà una sua casa grazie a Telefono Rosa e agli aiuti economici di aziende e privati.
Siamo sempre in contatto con lei. Una avvocatessa e una psicoterapeuta di Telefono Rosa la seguono ancora oggi.
Abbiamo di recente assaggiato le specialità di T. Guardate la tavola imbandita con le sue creazioni!
3. La violenza assistita : dietro ad ogni madre vittima di violenza c’è un figlio vittima della stessa violenza
Di seguito il percorso psico-emotivo di un minore figlio di una donna vittima di violenza, che ha assistito agli episodi di violenza subiti dalla mamma tra le mura domestiche.
Fenomeno derubricato come violenza assistita. La mamma e il bambino sono stati accolti nella casa di accoglienza di Telefono Rosa.
Ecco la realtà disegnata dal bambino al momento dell’ingresso nella casa di accoglienza:
Il mondo interno dei bambini vittime di violenza assistita è popolato di orchi e non di fate:
Ecco come il bambino sente il suo mondo interno:
IL MIO MONDO INTERNO
Il mondo interno dei bambini vittime di violenza assistita, inoltre, non è a colori, non riporta la famiglia dell’immaginario collettivo, ma solo confusione.
Ecco come rappresenta la sua famiglia:
LA MIA FAMIGLIA
Nella famiglia dei bambini vittime di violenza assistita a qualunque età IO sono sempre più grande anche di mia madre:
LA MIA FAMIGLIA
Nella famiglia dei bambini vittime di violenza assistita a qualunque età IO non ho una mamma a cui affidarmi ma una mamma da proteggere.
IO E LA MAMMA
E’ bello vedere , dal disegno che segue, come la permanenza nelle nostre case di accoglienza, assieme al sostegno di Psicologhe e Psicoterapeute, riesca a incidere positivamente sull’emotività del bambino e a ridargli serenità restituendogli il SENSO DI FAMIGLIA perduto.
LA CENA DELLA MIA FAMIGLIA
QUESTE SONO SOLTANTO ALCUNE DELLE STORIE DELLE DONNE E DEI BAMBINI CHE SI SONO RIVOLTI A TELEFONO ROSA
Non lasciarli intrappolati in un vissuto di violenza che non hanno scelto
CON IL TUO AIUTO POSSIAMO CONTINUARE AD AIUTARLI E A RIDARE LORO UN FUTURO
DONA ORA UN TUO CONTRIBUTO