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27 GENNAIO 2015

Scritto da Natascha Lusenti

Oggi è un altro giorno e penso a quella volta che presi la pillola del giorno dopo, tanto tempo fa. Non saprei dire a chi appartenesse il dna a cui non volevo rischiare di legarmi nemmeno se ci fosse stata una sola possibilità su un miliardo. Avevo fatto una leggerezza in un anno molto difficile del mio percorso di crescita e ho scordato quella faccia. Forse ho scordato anche quella che avevo io in quei giorni, ma non è per giustificarmi che parlo di un anno molto difficile. Lo fu davvero eppure, se anche non lo fosse stato, quella mattina avrei preso la pillola del giorno dopo perché non volevo restare incinta di quel ragazzo. Ricordo uno strisciante senso di colpa e la determinazione con cui mandai giù il farmaco. Non ne parlai con nessuno, per anni, e da anni ormai l’avevo quasi dimenticato. È stata Hana a farmici ripensare. Hana che ha 25 anni e racconta di aver abortito un feto di tre mesi. Sono le settimane di gestazione in cui si formano i genitali. Allora mi sono chiesta chissà se sarebbe nata una femmina o un maschio. L’uomo che ha goduto di Hana contro la sua volontà voleva farla procreare e voleva un maschio da tirare su come il signore di persone che appartengono al sesso che non è il suo. Hana è stata coraggiosa perché altre ragazze come lei quando restano incinte si uccidono. Per vergogna. Per disperazione. Perché anche gli uomini della loro famiglia porterebbero il buio nella loro vita se sapessero che non sono più immacolate. Senza l’idea di una stanza tutta per sé e nella gabbia di regole scritte da uomini che si aspettano di sapere cosa è meglio per lei, non so come Hana abbia imparato a scegliere per se stessa. E mi sono ricordata delle regole della ragione di Sylvain Maréchal: scrittore, poeta, rivoluzionario nella Francia di cui siamo figli bastardi che scrisse un progetto di legge per vietare alle donne di imparare a leggere e che era convinto che i mariti dovessero essere gli unici libri per le loro mogli. Nel qual caso gli avrei detto, stando allo scherzo: che sia almeno possibile sceglierli e liberarsene se non soddisfacenti